Quanto viva è quest'estate
e quanto smorto pare il tempo,
rassegnato il silenzio
che parla con se stesso
attraverso sagome d'ombre cinesi.
Dove trovo i sogni
che l'estate propagava
nel respiro caldo
di gioie condivise?
Bianchi gabbiani sorvolano fiocchi
cotonati cenerini,
niente pare essere, niente
rende la dolce illusione che il cuore
tornerà a battere come allora.
Poco rimane della mia giornata
e ogni gioia colta subito appassisce
tra i filari del tempo non più nostro.
Sfuma il meriggio
sul cadenzato canto delle cicale
batte sei rintocchi la torre campanaria
e l'ora s'adagia
nel quieto stormire della mia mente.
Stefania Pellegrini ©
(dalla raccolta: Quel che resta dei giorni Montedit Editore)