Declinato il ciglio sull'occhio
la gatta acciambellata sul divano
appariva beata e indifferente.
L'aria boccheggiante
nelle ali del ventilatore
entrava
e ne usciva un po' stordita
dal suo vorticare. Attorno
ogni cosa riposava
dentro la propria anima
arresa all'attesa
di agganciare l'ora oltre lo zenit.
Eppure lo sentivo
il respiro delle cose,
se ne stava lì
come un canto appeso
all’aria vorticante.
Era trasporto senza resistenza,
quiete
che aleggiava sospesa
sopra il tavolo, dentro la stanza,
e paziente attendeva
di vivermi dentro,
gemmando il seme sparso.
Stefania Pellegrini ©
Anno 2022 - Inedita - Ogni diritto riservato
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1 commento:
Mi piace questa sensazione di attesa. Quella quiete che aleggia intorno e freme per entrarci dentro.
Bravissima Stefania! Buona giornata, grazie.
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