Ci sono sere che un’ombra intravedo
nel vago mutare della stanza,
non diversa, ma figura com’eri
mentre sedevi al tavolo nel nostro quotidiano.
Eppure non è come esserci,
non è come ritrovare la luce del tuo sguardo,
la tua voce nell’aria, le mie mani
che si riempiono di baci.
Le rose di ieri non rifioriranno
ma in questa vita appassita, ancora vita c’è,
se la stanza si fa piazza
e tra le voci dei nostri figli
un tempo buono siede senza fretta.
E allontana
ciò che è stato nel nostro vivere superato
e si sofferma
sulla tua voce calda che intona una canzone
mentre dal giardino un dolce profumo sale
e vedo... vedo
dall’esitante chiarore del tempo lontano
che le nostre rose sono tornate.
È bellissimo sai, è come se di questi giorni
si levasse dalla polvere delle macerie
un calore che scalda,
fuoco che divampa nel deserto dentro me
e anima la tua ombra che si fa reale.
mentre dal giardino un dolce profumo sale
e vedo... vedo
dall’esitante chiarore del tempo lontano
che le nostre rose sono tornate.
È bellissimo sai, è come se di questi giorni
si levasse dalla polvere delle macerie
un calore che scalda,
fuoco che divampa nel deserto dentro me
e anima la tua ombra che si fa reale.
Stefania Pellegrini ©
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