sabato 14 settembre 2019

Suona l'ora

La sera d'estate ricorda...
sciolto a poco a poco
il grande sole.
Sa che non ha più tempo
sospira
stremata scivola via.
Ora il vento di tramontana
spazza solchi bigi in cielo
e un sole pallido occhieggia
a tratti.
Nel bosco le noci
si colorano di bruno
tra le grandi chiome
toni di ruggine e oro.
Ora singhiozza il cielo scosso
da flotte di nubi
vento insistente fiacca
il cuore
con monotono languore.
L'aria dai vetri
ha un suono più crudo
brividi m'attraversano le reni
m'infilo un maglione
e cerco invano un dolce tepore
siedo e apro un libro.
Suona l'ora...
di nota in nota si torna
nell'autunno.
Stefania Pellegrini ©
(raccolta Isole - END - Edizioni)

lunedì 9 settembre 2019

L'odore dei ricordi


Posa su polvere e lame di luce
l'odore dei ricordi,
aleggia tra la finestra e il comò,
con il passo silente della sera,
e il marchio doloroso delle assenze
che so di non poter più contenere.
Eppure caro,
il passo scalda il cuore.
Ne conosco l'impronta,
l'urlo del tempo
che ha segnato il mio andare,
linfa che scorre
nelle vene - di particelle
che riempiono il vuoto
di certa appartenenza.
E la sera si fa dolce al richiamo,
s'accoccola al passaggio - desiderosa.
Li chiamo per nome con sottile voce -
il timore - di vederli fuggire via.
Uno ad uno li guardo
con occhi di quel tempo congelato:
ombre!
E rifulgono
svanendo nel nulla.
 
Stefania Pellegrini © 

Ogni diritto riservato all'autrice

lunedì 2 settembre 2019

I miei fiumi

Ho negli occhi la luce di fiumi
il cui solo richiamo
risveglia aromi nascosti.
In ognuno di loro ritrovo
i freschi odori di fiori raccolti,
tenerezze di ricordi puri,
sfogliati petali di sogni.
Il Suir per primo nei miei passi
con la luce immacolata
di quei giorni
e l'incanto dei primi accordi.
Nell'Arno di mio padre
e di mia madre
poi mi sono ritrovata.
Tra stupori sulla strada
i fragili passi di fanciulla.
Il Po ha forgiato la mia anima
di donna e di sposa
dato certezze al mio sentire
palpiti e cinguettii di piume.
Dalla Dora fresca e limpida
la scoperta più preziosa
incontrando la parte mia
più intima e più vera.

Stefania Pellegrini ©

Ogni diritto riservato all'autrice

lunedì 19 agosto 2019

Sulla ruota panoramica


Tu lo guardi e ti sembra di volare,
aquilone nel cielo infinito,
gabbiano sul blu
del mare sconfinato.
Tu lo guardi
e la sua voce senti vibrare
come corde di violino.

Poi la ruota e la brezza tra i capelli
a rapire le parole,
il battito dei cuori.
Poi le carezze...
le lusinghe sulla pelle...

Tu lo guardi e non sai dove il fiume 
vada a finire,
sottile la malia dello sguardo,
che corteggia la mente...

È così dolce
la seduzione al sapore di miele,
che il pudore allenta il freno,
annega gli anni acerbi
nel verde dei suoi occhi.

Le dita lievi sul viso, tra i capelli,
le labbra a cercare il piacere dei sensi.
Ti lasci guidare
dal tepore accogliente
delle sue braccia
e ti schiudi
fiore al tuo destino.

Stefania Pellegrini ©

Ogni diritto riservato 

venerdì 2 agosto 2019

Dal velo di maya


In questa sera troppo buia e silenziosa
dal vecchio baule dei ricordi
cerco voci, cerco compagnia.
Tra le dita vecchi lini ingialliti
vesti di cotonina
abitati un tempo da chi non c'è più,
scialli, merletti come appena usciti
da vecchi cassetti del comò,
foto dai bordi sgualciti .
Su lacere tele i ricordi s'inseguono,
si ritrovano, si ricompongono
da tessere d'immagini
preziosi mosaici.
Effluvi di canfora, di lavanda,
fragranze esalano lievi.
Accordi di flauti,
note di seduzioni lontane.
Tra molecole d'immagini,
tra le ombre del tempo
la mente insegue un volto.
E' così,
che le emozioni riaffiorano
tra vecchi ormeggi
di un'infanzia lontana.
L'altalena sale, scende e ancora va,
poi ritorna, piano, forte.
Un refolo di vento
sfiora una lacrima furtiva
dal velo di maya la tua ombra.
(anno 2012)

Stefania Pellegrini ©

mercoledì 12 giugno 2019

Ai giardini di marzo



Pomeriggi alla soffitta …
io e te, "I giardini di marzo",
la chitarra, le nostre voci
in anni in cui
abbondavano in giardino
le mimose.
Il rimpianto
oggi non trova casa,
l'assenza di rumore
non nuoce al nostro tempo,
eppure il pensiero
non ha diletto.
Mi soffermo alla sua ombra
ma non c'è dolcezza
che il palato colga.
Fumi d'ebbrezze evaporate
depositano su petali
di rose ammaccate.
Fingiamo che il loro profumo
stordisca ancora,
che l'estate non sia già
volta all'autunno
come allora il cuore canti.
Ma rumoreggiano
le memorie
come ciottoli rotolanti
e le begonie sono sfiorite nei vasi.
L'estate rovente,
ubriaca di brividi, di sogni,
è declinata
sul canto dei grilli nei prati.

Stefania Pellegrini ©

©Ogni diritto riservato©

Ultima pubblicazione ANNO 2020

Cercando l'Isola - Recensione di "Itaca nel cuore"

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