In quell’andare vagabondo tra le corti
alla ricerca di pietre e monili
cogliendo qua - là,
prima che tramonti,
nel silenzio a volte ostile,
una parola che rimi con divenire.
Ascoltare la voce nascere dentro
da un richiamo
che fughi incertezze
tra le dita dell’aurora.
Dissetare l’arsura
alla fonte del piacere
di sguardi dolci – occhi distanti,
prima che l’oggi non sia nel domani
e il cuore smagrisca
nella pena di un vuoto
che si dilati con la nostalgia.
Stefania Pellegrini ©
(sulla raccolta "ITACA NEL CUORE" CTL Editore)
4 commenti:
Non so se ho compreso bene questo tuo scritto cara Stefania.
Sembra un voler andare, gustando ogni scoperta durante il cammino.
Cercando di non perdere quei brevi attimi che cercano una certezza prima dell'aurora.
Perché si ha paura che ci sia poi un rimpianto che sfocia in nostalgia di ciò che è passato e perso.
Non so, ma hai scelto parole uniche e profonde. Troppo bello, complimenti.
Ti abbraccio forte, ciao.
Cara Pia, hai compreso benissimo il senso di questa poesia e ti ringrazio per l'apprezzamento. Un forte abbraccio e buona serata.
E' una poesia bellissima da tutti i punti di vista, contenutistico, ritmico e lessicale!
Complimenti e un abbraccio grande!!!
Cara Annamaria grazie della visita, e del gradito commento. Un abbraccio e buon venerdì.
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