Ecco dalle maglie del tempo
affiorare il passato
di cui alcuni
ancora tentano di negare l'esistenza.
Chiede ascolto per raccontare
una città che come altre
non potrà mai trovare onore.
Tristemente si culla il giorno
là tra i gemiti del vento:
troppi non fecero ritorno.
Gennaio crudo, raggela il fiato,
imprigiona la mente
in un silenzio irreale che pure
i passeri sugli alberi nudi
sembrano non voler turbare.
La città morta
tra i comignoli neri e i forni smessi,
le montagne di scarpe... gli occhiali,
le spazzole ammucchiate...
arde viva memoria.
Trasuda tra i pori dilatati del silenzio
desolante vissuto,
sotteso di dolore senza tempo.
E ancora corre un inverno
sulle sponde del fiume Lete,
sulle anime dei morti,
che pare s'aggirino attorno.
Li sento oggi in fila come allora
camminarmi a fianco,
passo - passo raccontarmi
le loro storie travagliate, gli orrori,
e ricordarmi
che non ha limiti la crudeltà umana.
(pubblicata su rivista Euterpe febbraio 2017)
5 commenti:
Parole crude e forti evocano gli orrori passati. Bravissima Stefania!
Ti ringrazio Pia, di cuore, per il tuo coinvolgimento e partecipazione. Un abbraccio
Parole forti ed evocative ...... anche se evocano momenti bui e tremendi del passato.
Un abbraccio
Versi molto crudi e profondi che portano il lettore ad un coinvolgimento.
Buon pomeriggio
Rakel
Grazie Arwen, grazie Rakel, grazie della visita. Purtroppo davanti a si fatti orrori anche il mio coinvolgimento è forte.
Buona serata a entrambe.
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