Sapessi come vorrei ritrovarti
sulla rotta dei miei approdi,
ritrovare
l’ancoraggio sicuro,
il punto fermo, il centro
dove rifletteva il mio sole.
Il tempo - Quel tempo,
no, non ce lo siamo
preso tutto.
Troppo presto sei mancato
e nel ricordo la tua voce è suono
solo desiderato.
Come vorrei oggi
trovare quel filo di luce
che rischiari ciò che resta
tra le pagine scritte,
riempire il vuoto delle mie parole
cadute nel silenzio.
Per incontrarti come allora
in un meriggio afoso domenicale
nella canotta a righe bianca,
seduto all’ombra della casa
sul panchetto di legno,
con quel sorriso caro
che squarcia azzurro in petto.
E la tua nipotina
che prende scherzosa
la calotta blu che hai testa,
e tu l’abbracci e le dai un bacio.
Sapessi come vorrei
ora ricucire lo strappo,
riempire il vuoto grande dell’assenza.
Mi fermo – altro aspetto,
ma il ricordo è meteora
e sfreccia lontano.
sulla rotta dei miei approdi,
ritrovare
l’ancoraggio sicuro,
il punto fermo, il centro
dove rifletteva il mio sole.
Il tempo - Quel tempo,
no, non ce lo siamo
preso tutto.
Troppo presto sei mancato
e nel ricordo la tua voce è suono
solo desiderato.
Come vorrei oggi
trovare quel filo di luce
che rischiari ciò che resta
tra le pagine scritte,
riempire il vuoto delle mie parole
cadute nel silenzio.
Per incontrarti come allora
in un meriggio afoso domenicale
nella canotta a righe bianca,
seduto all’ombra della casa
sul panchetto di legno,
con quel sorriso caro
che squarcia azzurro in petto.
E la tua nipotina
che prende scherzosa
la calotta blu che hai testa,
e tu l’abbracci e le dai un bacio.
Sapessi come vorrei
ora ricucire lo strappo,
riempire il vuoto grande dell’assenza.
Mi fermo – altro aspetto,
ma il ricordo è meteora
e sfreccia lontano.
Stefania Pellegrini ©
(dalla raccolta: Quel che resta dei giorni)
2 commenti:
poesia molto bella!
Un ricordo intenso e struggente di dolce malinconia.
Bellissimo, grazie Stefania.
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