Jean Sala |
Che mi dici figlio del tempo
che divide i nostri giorni
delle parole rubate
ai tuoi oggi,
i domani immaginati
lontani dai nostri ieri.
A quello che resta
di non detto, tra le pieghe
di questa assenza
che slabbra, dilata contorni
del mio silenzio.
Che riecheggia passi
malfermi di bimbo,
il battito di certe notti
del tuo cuore sul petto.
Il vociare gioioso d'una casa
che oggi indistinto fluttua
nel vuoto inesorabile
del tempo.
Ritmico gocciolio,
rubinetto socchiuso
assilla, logora,
non dà tregua. Dove sei,
cosa fai?
Tu, sagoma inseguita
a cui mi aggrappo,
per non smarrirmi
per non sentire il vuoto
delle parole rubate
ai tuoi oggi,
i domani immaginati
lontani dai nostri ieri.
A quello che resta
di non detto, tra le pieghe
di questa assenza
che slabbra, dilata contorni
del mio silenzio.
Che riecheggia passi
malfermi di bimbo,
il battito di certe notti
del tuo cuore sul petto.
Il vociare gioioso d'una casa
che oggi indistinto fluttua
nel vuoto inesorabile
del tempo.
Ritmico gocciolio,
rubinetto socchiuso
assilla, logora,
non dà tregua. Dove sei,
cosa fai?
Tu, sagoma inseguita
a cui mi aggrappo,
per non smarrirmi
per non sentire il vuoto
che mi cresce dentro.
Stefania Pellegrini©
DIRITTI D'AUTORE Art. 8 della legge.
633/41
3 commenti:
Pensieri ansiosi di mamma, che aspetta dolci parole dal figlio lontano...
Versi molto belli.
Un abbraccio carissima, silvia
Purtroppo è la vita che facciamo noi mamme ed aggiungo anche noi nonne.
Meno male che oggi ci sono i cellulari...
Abbraccio siempre <3
Un grazie di cuore ad entrambe per l'apprezzamento e la vostra presenza su questo mio blog.
Posta un commento