Il mio nome era Ester,
di una regina diceva la mamma.
Nel mio mondo di bimba sognavo
delle scarpette rosa,
volevo ballare, volare, come le farfalle
che rincorrevo nei prati.
Un giorno le ebbi in dono.
Oh fu grande, fu tanta la gioia
quando le strinsi al petto.
Sotto il letto le tenevo,
per il mio sogno segreto, neanche
la mia bambola di pezza
poteva sfiorarle.
Poi una notte
bestie abbaiarono alla porta,
oh sai Iddio
quanto forte abbaiavano.
Piansi lacrime accorate
stretta alle gambe della mamma.
Aprire non bastò,
cercavano agnelli da sacrificare.
Io volevo solo la mia bambola di pezza,
le scarpette rosa
e un sogno da cullare
per superare il buio della notte.
Mi appesero una stella gialla sul petto,
e non ebbi più nome
ma un numero inchiostrato sulla pelle.
Fu così che appassì
la mia stagione,
tra sogni strappati e voli di farfalle
interrotti.
Se alla sera alzerete gli occhi al cielo
ricordatevi di me,
cercate tra tutte le stelle la più luminosa.
Stefania Pellegrini ©
(Inedita- Anno 2022)
Copyright / Legge 22 Aprile 1941 n.633, Capo IV, Sezione II, e s.m.l.
6 commenti:
Mi hai fatto venire i brividi...
Bellissimo! Grazie Stefania.
Poesia bellissima,brava Stefania.
Dolorosissimo....
Molto , molto bella !!! Poesia dolcissima !! La bimba mi ha suscitato tanta tenerezza !!!Saluti cari.
Ciao il mio nome è Ester e a questa tua "potente" poesia non posso che applaudire. Complimenti felice ti aver incontrato il tuo blog. Ti seguirò.
Grazie a tutte per la visita e l'apprezzamento. Un abbraccio.
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