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lunedì 7 settembre 2020

Come eravamo


Si diluisce il sogno e

nel dormiveglia

mi scopro ad inseguirti

sulle ali di un pensiero.

Vorrei ritagliarmi un nido

in quella tua mente

dove mi trovo a margine

del tuo mondo.

Come eravano mi chiedo....

Sosto su quel che fu

il nostro amore,

ho timore di scoprire un volto

che non riconosco.

Certo il ricordo ne va

smussando i contorni,

ma l'immagine è coerente

con quel che eravamo?

Sosto - mi fermo

su quel che è e mi dico:

Ciò che recita le nostre stagioni

è atto unico

che non conosce repliche.
Stefania Pellegrini ©

domenica 12 luglio 2020

Senza fretta


Indossiamo i giorni come abito
usato
nella consuetudine
di un rituale già provato.
Vi posiamo sguardi distratti
impazienti di giungere
a mete inesplorate.
Lentamente la strada s'accorcia
e l'idea
ci ferma sulla soglia.


-Siedi vicino a me - ti dico,
incontriamo il sole
che sgomita tra nubi assiepate,
e piove luce
sui nostri volti.
Il giorno è nostro
non lasciamo che giri pagina
senza averlo ascoltato.

Stefania Pellegrini ©

venerdì 3 luglio 2020

Luglio


Luglio... sei lettere sul foglio,
il sole
alto allo zenit,
un baffo di vento e il giovinetto
sulla soglia
preme per entrare.


La porta si apre - si chiude
a un ripetersi
già incontrato.
E i giorni sfumano,
uno sull'altro - scorciano il fiato.

L'alito caldo,
la salita a metà dell'anno,
il mare – il cielo...
Inchiostro azzurro
fissa il passo sul foglio -
la voglia d'andare,
di liberar sogni dagli ormeggi,
sfuggir pensieri stanchi,
fradici di sudore.

E lui si pavoneggia,
sorride invitante.
Lo guardi - incalza radioso,
specchia sole - luce -
fiammeggia ardente calore -
solfeggia note ariose.
Rifrange il lago
cullando l'aria in calma piatta.

Se non fermi il passo
corre via -
prima di averlo abbracciato.

Stefania Pellegrini©
DIRITTI RISERVATI

sabato 20 giugno 2020

Alle terre di mezzo

Andata la gazza il suono si svuota,
si spoglia il bosco,
ruggine oro la foglia.
Affollano nuvole il cielo
e il vento le cotona,

grigie informi ombre
che al vuoto aspirano
annullando profili sugli oggetti
nella stanza,
mentre il silenzio
con l'assenza s'accoppia.

La clessidra si svuota
e sull'edera in giardino
il ronzio di un'ape assilla
fastidiosa.
Sono grevi i giorni
sotto la rete ambigua
delle terre di mezzo
nell'attesa di un mutare
che non trova stelle in cielo.

Chissà se i sentieri spersi
si ritroveranno
alle rotonde dei giorni nuovi,
aperti ai bivi, alle svolte,
in un eccentrico corale suono
che dia voce al canto delle cicale.

Stefania Pellegrini ©

mercoledì 17 giugno 2020

Note scordate


La casa silenziosa è vuota di te.
Un vento sibillino insinua visioni,
al fare di giorni
che non ci appartengono.
E quando la mente conduce,
niente sembra essere stato.
Il tempo ha scavato solchi,
assorbito come spugna
una parte di noi,
ci nasconde i monili
dei nostri istanti insieme.
Ci siamo perse - tra spiragli
di fioche iniziative -
ritrovate - all'inseguire sogni
di lune lontane, in balia
di questo tempo avaro
che limita le nostre soste.
Mi aggiro inquieta -
del sole, anemone sfiorito,
non trovo più i raggi,
la voce inciampa nel vuoto,
perde suoni...
Su partiture scomposte
provo a ricomporre accordi
ma note scordate
trovo per il cuore,
un fastidioso realismo critico
di dubbio sollievo.

Stefania Pellegrini ©
DIRITTI RISERVATI

sabato 4 aprile 2020

Andiamo


S'assottiglia il tempo tra le nostre dita
e di memoria
c'impoverisce il passo.
Lei barcolla, si sofferma
si nasconde al nostro sguardo.

-Se usassimo i post-it? -
sorridi e rompi l'imbarazzo.
Ci deridiamo, proseguiamo,
ma di lucentezza
abbiamo perso il nostro smalto.

Alimentano illusione
i nuovi germogli
che rivestono a festa il bosco.
Chiaro
verde abbaglio del miraggio
non lasciamolo fuggire lontano!

Mi chiedi: che facciamo?
Vieni - condividiamo:
l'oggi ci appartiene.
Metto il piumino
e ti prendo sotto braccio.

Andiamo – rispondo -
Senti il vento?
Incoraggia ancora il nostro passo.

Stefania Pellegrini ©

domenica 15 marzo 2020

Lungo il Po


Attorno a tanta quiete…
Di silenzio in silenzio il pensiero
s’invola.
Alba familiare soggioga
e ricorda in un fischio di treno:
la stazione lontano… nebulosa
la prima sera tutta nostra.
Goccia a goccia
riempe la mia coppa
nostalgico sapore di nettare dolce
senso che vita reale accese
e colorò d’azzurro i giorni.
Ancora un fiume m’accoglieva
a pieni sorsi dissetava la mia sete
pagine e pagine scriveva
sui passi dell’amore.
In quel suo lento trascorrere
mi sono trovata donna.
Gioia colma nei riflessi l’anima
specchiava la sposa,
scopriva la madre.


Stefania Pellegrini©
(da Isole-END Edizioni)

martedì 14 gennaio 2020

Vola e va


Vola e va ignaro il tempo
vola e va su altro tempo.
Tu lo vedi - fugge via
e vanifica - ogni speranza
di poterlo trattenere.

Galoppa a passo lui
con il vento,
sulle gioie - i tuoi dolori,
sulle luci - le ombre
del passato.
Vola e va
colpe lui non ha.

Galoppa - galoppa
puledro mai domato,
disarciona ogni speranza
lui
di farsi ammaestrare.
I tuoi sogni - i tuoi amori
vedi correre via
parte di un gioco
appena sfiorato.

Vola e va il tuo tempo
indietro non ritorna.

© Stefania Pellegrini ©

DIRITTI RISERVATI

lunedì 23 dicembre 2019

Natale ancora


 Natale ancora.
Dolce fiaba antica ritorna
e sfarina nostalgica magia
di un tempo leggero
tra il bue, l'asinello
il presepe d'una volta.
Natale ora di frastuoni
e luci arabescate sulla via,
di code ai grandi magazzini
di pacchetti infiocchettati,
di bagliori cristallini
dalle vetrine luccicanti.
Il grande abete addobato
sulla piazza
il frastuono sulla via.
Abbagliante tempo di vanità,
vuoto s'aggira
e svia l'umanità tutta
dalla pura luce della rinascita.
Ma sarà Natale vero, se vorrai.
Tu Piccolo che rinasci
ancora nella stalla.
Tu che sai,
torna a vivere in noi
ad alleviare dolore e miseria
su questa terra
provata dalla sofferenza,
guidaci sulle vie
della semplicità e dello stupore.
Stefania Pellegrini © 

I MIEI PIU' SINCERI AUGURI DI BUONE FESTE
A TUTTI VOI CHE MI LEGGETE.

sabato 21 dicembre 2019

Il presepe era là


Tornano rapidi i giorni
e dicembre ci accoglie
tra il candido chiarore
del suo manto nevoso.
Prende e sale allora
nostalgia di dolcezze
lasciate al cuore di bimba.
Rive muschiate di stagni
tra carta stagnola e statuette
lungo sentieri di ghiaia,
il bambinello tra il bue e l'asinello.
Il presepe era là
sotto un cielo di carta appesa
trapuntata di stelle.
Magia era nell'aria
per l'attesa della grande luce
sulla via della grotta.
Era stupore negli occhi e
spirito di festa nel cuore.
Con semplicità si gioiva
nel tepore familiare,
ancora si poteva
e dimenticare il mondo
fuori della porta.
Stefania Pellegrini ©

martedì 12 novembre 2019

Nostalgia di tempo

Ramon Casas 
 
Torniamo a parlare di noi
solfeggi lontani
voce di tempo
impressa dentro.
Sfogliamo pagine e pagine
di accordi nostalgici.
Vento rapisce
il nostro cicaleccio stupito
incredulo
solleva la patina
accartocciata dei giorni.
Ci mostra stralci interrotti
volatili ricordi.
Fioche essenze amare, dolci
chiaroscuri
di nubi lontane
in un cielo pallido di luci.
Fiori secchi, appassiti
odorano polvere e muffa.
Persi gli ebbri aromi
e gli ardori di quei giorni
resta compagna
la voce dei nostri cuori.
Stefania Pellegrini ©
(pubblicata su Isole-END-Edizioni) 

lunedì 4 novembre 2019

Sfoglia il tempo la mia vita


Sfoglia il tempo la mia vita
pagine su pagine
a cercare un senso
a questo passare.

Immobile la luna resta
a guardare

il lento fluire
del fiume al mare.
E mi chiedo perchè,
nell'essere non è il rimanere.

Sarò polvere che al vento vola
ma vorrei essere roccia
che il mare sfiora
ed eterna guardare
come la luna

il mare.

Stefania Pellegrini ©

DIRITTI D'AUTORE Art. 8 della legge. 633/41 
 
 

mercoledì 30 ottobre 2019

Migrazione

Arrivano, volteggiano
le loro ali al vento
in un un gioco di aerei voli
rivolti a oriente.
Son gli uccelli migratori
che giunta l'ora
in nugoli
si apprestano ad andare
dove il sole
non smagrirà le ore.

Presto...
sonnecchierà il passero
presso le foglie del bosso,
sibilerà il vento greve
spoglio di fischi canori.
E la notte
il gelo filerà
merletti di brina in giardino.

E tu che guardi...
All'albor dei freddi
giù il cappotto dall'armadio,
tra la luna e il sole smarrito
terrai ben saldi i sogni
e cercherai ancora il sorriso 
per sorseggiare la vita
che fugge.

Proverai il volo a vista,
oserai ancora!
Finchè l'anima non posa
perché il tempo non dimora.
E ancora, ancora...
finchè le labbra
non mancheranno il giorno
all'ultimo sogno.
 
Stefania Pellegrini ©
 
DIRITTI D'AUTORE Art. 8 della legge. 633/41
 

venerdì 25 ottobre 2019

Davanti alla vecchia cornice


Sorridono i due giovani
dietro la vecchia cornice.
Li guardiamo, a fatica
riconosciamo lo sguardo
schietto, schiuso
al riflesso dorato della luce.

- Chi siamo ora, dove andiamo? -
Non hai risposte!
So che indietro non si torna,
e nel giorno monotono, il vento
ha solite note.

Mi smarrisco
tra questo tempo in fuga
ingordo e cieco
che del domani non mostra la via.
La tela dei giorni è deformata,
ha cicatrici,
cimosa logora, pieghe sbiadite.
Navighiamo. Già lo sento -
navighiamo a vista.

Ma la tua mano chiusa nella mia
è certezza,
profuma di memorie.
Non aprirla!
L'autunno non trova parole,
arrossisce d'eccentrici colori.
Stringimi a te,
tra le sue sfumature
ritroveremo le impronte di allora,
per ripercorrerle
ancora.
 
Stefania Pellegrini ©
 
OGNI DIRITTO RISERVATO

domenica 20 ottobre 2019

I fiori di lillà

Delicata, fragile - ti ho trovata,
oggi più di ieri,
lo sguardo vagante
di una bimba che ha perso
la sua bambola di pezza.
Ho indugiato
tra i tratti del tuo volto
per snodare dal ricordo il carosello 
delle stagioni,
per ritrovarti negli occhi che conobbi.
Ho provato a distoglierti
dal limbo in cui vivi da tempo
come una perla chiusa
nella sua conchiglia.
Ho sfiorato timorosa - carezzato
la sottile mano ossuta,
  sperando!
Sperando neppur io so cosa,
forse di vedere
sul tuo pallido volto
fiorire un timido sorriso, un cenno
di saluto, un raggio di sole improvviso
che bucasse le nubi
del tuo cielo ombroso.
Ma i tuoi occhi distanti
non hanno distolto lo sguardo
dalla finestra.
E i fiori di lillà,
che ti ho portato ieri,
stanno appassendo nel vaso. 

Stefania Pellegrini ©

OGNI DIRITTO RISERVATO ALL'AUTRICE

domenica 6 ottobre 2019

Prove d'autunno


Pareva impossibile nella calura,
invece... ecco il vento
cambiare vista, punto di ritrovo.
Come furia si ferma
e sibila rabbioso
sulle sdraio aperte, i verdi
ombrelloni della spiaggia.
Spazza via la lanugine
di nebbie sospese,
chiama flotte di nubi grigio fumo
ad affollare
l'universo azzurro.

Rumoreggia adesso il mare,
muove le sue spire,
affonda più deciso.
Bianche le creste alza,
sbatte, riprende,
naufraga inquietante
in moto di deriva.
Si raggela l'aria
nelle fauci del vento bizzarro.
Sfocia
la titubante attesa
in gocce di pioggia.

Ma nessuna tregua
della spinta ribelle
scesa sulla costa.
Attraversa fessure,
spifferi, pori
fin dentro le radici
dei nervi. Posa sul profilo
nudo del cuore e spazza via
sogni e calura dell' estate,
che esce di scena alle
prime prove d'autunno.


Stefania Pellegrini ©

martedì 1 ottobre 2019

Nel silenzio

S'affollano i viali
di rugginosi coralli saturi di luce
e sull'albero in giardino
resta appeso l'ultimo rubino.
Luce lattiginosa di dolci attese
nella pioggia che cade
nella foglia che passa
il mio cuore riposa.
Silenzio,
si fa ombra la luce.
Silenzio,
fremono gli ultimi coralli
nel vento che s'alza.
E mentre pensi ai disegni
del tempo nell'ombra di oggi
è già il domani.

Stefania Pellegrini ©

mercoledì 25 settembre 2019

Incertezze

Ho smarrito la mappa dei giorni
oggi, nel giardino
ove sono fioriti gli anemoni,
e arrendevole - stanca
guardo girare a vuoto la banderuola
impazzita.
Attendo cambi il vento
per cogliere il loro profumo di vita.
Un'ebbrezza di suono delicato,
gioco di accordi
che musichi armonia.
Così il silenzio
in questa coltre di noia affabula.
Pensieri - corde allenta
per trovare un senso
a ciò che sfugge
con l'ostinata inerzia.
Cerco respiri leggeri
che sciolgano
grumi nostalgici sul cuore.
Ciò che è oggi è già nel passato e
quello che vorrei
sposta la bussola verso luoghi ignoti
senza aver rivisto il passo,
aver compreso le tessere sbiadite
dei sogni andati,
gli odori speziati inseguiti,
nel gomitolo svolto del bel tempo andato.

Stefania Pellegrini ©

OGNI DIRITTO RISERVATO ALL'AUTRICE

sabato 14 settembre 2019

Suona l'ora

La sera d'estate ricorda...
sciolto a poco a poco
il grande sole.
Sa che non ha più tempo
sospira
stremata scivola via.
Ora il vento di tramontana
spazza solchi bigi in cielo
e un sole pallido occhieggia
a tratti.
Nel bosco le noci
si colorano di bruno
tra le grandi chiome
toni di ruggine e oro.
Ora singhiozza il cielo scosso
da flotte di nubi
vento insistente fiacca
il cuore
con monotono languore.
L'aria dai vetri
ha un suono più crudo
brividi m'attraversano le reni
m'infilo un maglione
e cerco invano un dolce tepore
siedo e apro un libro.
Suona l'ora...
di nota in nota si torna
nell'autunno.
Stefania Pellegrini ©
(raccolta Isole - END - Edizioni)

mercoledì 12 giugno 2019

Ai giardini di marzo



Pomeriggi alla soffitta …
io e te, "I giardini di marzo",
la chitarra, le nostre voci
in anni in cui
abbondavano in giardino
le mimose.
Il rimpianto
oggi non trova casa,
l'assenza di rumore
non nuoce al nostro tempo,
eppure il pensiero
non ha diletto.
Mi soffermo alla sua ombra
ma non c'è dolcezza
che il palato colga.
Fumi d'ebbrezze evaporate
depositano su petali
di rose ammaccate.
Fingiamo che il loro profumo
stordisca ancora,
che l'estate non sia già
volta all'autunno
come allora il cuore canti.
Ma rumoreggiano
le memorie
come ciottoli rotolanti
e le begonie sono sfiorite nei vasi.
L'estate rovente,
ubriaca di brividi, di sogni,
è declinata
sul canto dei grilli nei prati.

Stefania Pellegrini ©

©Ogni diritto riservato©

Ultima pubblicazione ANNO 2020

Cercando l'Isola - Recensione di "Itaca nel cuore"

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